L'aggiunta di Additivi

"Per -additivo alimentare- si intende qualsiasi sostanza, normalmente non consumata come alimento in quanto tale e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere o meno un valore nutritivo, aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, di trasformazione, di preparazione, di trattamento, di imballaggio, di trasporto o immagazzinamento degli alimenti, che si possa ragionevolmente presumere diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente."
L’aggiunta di additivi rappresenta una esigenza tecnologica conseguente all’evoluzione industriale, al mutare delle abitudini alimentari che hanno enormemente influenzato il ciclo produttivo e distributivo degli alimenti.
Oggi produzione, stoccaggio e distribuzione dei prodotti alimentari possono essere realizzati in aree geografiche molto distanti; e tutto ciò è possibile grazie all’uso degli additivi. La definizione di additivo, può suscitare nel consumatore atteggiamenti di diffidenza perciò, ultimamente, i produttori preferiscono evitare l'uso della sigla U.E. (es:E450), in quanto sintomatico dell'aggiunta di coloranti e/o conservanti, ed inserire invece la descrizione dell'additivo tra gli ingredienti come per mascherarne la presenza. Purtoppo una legislazione severa e puntuale che protegga gli interessi del consumatore è ancora ben lungi dall'essere applicata in modo trasparente. E' comunque opportuno fornire alcune indicazioni di carattere generale:

  • molti additivi sono costituenti naturali di alimenti: ad es. l’acido citrico, la lecitina, le pectine, i tocoferoli;
  • gli additivi alimentari sono sostanze ampiamente studiate e documentate sotto il profilo tossicologico e il loro uso è costantemente sotto il controllo di organizzazioni Internazionali e Nazionali. Per essi è fissata una dose accettabile giornaliera, che rappresenta la quantità di additivo che può essere assunta giornalmente attraverso l'alimentazione,l nell’arco di vita, senza che compaiano effetti indesiderati;
  • nella preparazione e conservazione degli alimenti è autorizzato l’impiego solo di quelle sostanze esplicitamente elencate in una apposita lista positiva.
Il principio autorizzativo della lista positiva è la prima garanzia a tutela del consumatore. L’additivo autorizzato è una sostanza di cui è stata valutata la sicurezza d’uso, di cui sono stati fissati i requisiti di purezza chimica, e comunque è consentito l’uso solo nel caso di documentata esigenza tecnologica: ossia, anche se ritenuto non nocivo, l’additivo non è consentito se non necessario.

Ciò appare perlomeno curioso, in considerazione del fatto che quanto detto non trova riscontro nella realtà poichè la provenienza di molti additivi è perlomeno sospetta (la Cina è il più gande esportatore di conservanti come i nitrati e i solfati, glutammati e prodotti di sintesi che vengono usati ormai da tutta l'industria poichè molto meno costosi di quelli naturali e di più facile impiego), ma è soprattutto in discussione la loro purezza; nella sintesi chimica vengono utilizzate sostanze velenose che spesso lasciano residui tossici, se non eliminati attentamente tramite processi certamente dispendiosi.

Sta di fatto che l'utilizzo di massa dei prodotti confezionati e, di conseguenza, addizionati è divenuto prevalente su ogni altra forma di approvvigionamento e quindi rendendo pericoloso per la nostra salute il loro uso massiccio, purtoppo impostoci da una società consumistica che non bada alla generale protezione del pianeta e di quanti ci vivono. L'assioma "meno investimenti per la tutela dei consumatori = più guadagno per i produttori", è l'unica certezza assoluta. Quindi aziende che seguono questa filosofia aberrante e distruttiva, devono essere identificate e segnalate agli organi competenti. Dobbiamo perciò essere molto più attenti ed informati su ciò che ingeriamo quotidianamente e lo possiamo ottenere solo aumentando la sorveglianza. Intolleranze e tumori, dovuti all'alimentazione, sono in aumento esponenziale e non possiamo solo affidarci ai limiti piuttosto approssimativi indicati dalla U.E., poichè gli studi su moltissimi additivi non sono ancora stati eseguiti in modo approfondito o ultimati. Diffidiamo inoltre di coloro che si affidano al termine "naturale" con il preciso intento di attribuire ad esso il significato di "innocuo" o "genuino". Non è così! Spesso coloranti e conservanti ottenuti tramite l'estrazione da vegetali o amimali possono rappresentare veri e propri veicoli di tossicità!

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